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lunedì 22 novembre 2010

Lo spettacolo in sciopero



Lo spettacolo in sciopero
"No al cinecidio premeditato"
Quasi tutti gli oltre 250 mila lavoratori del settore aderiscono all'agitazione indetta dai sindacati contro i tagli. In oltre 1.500 si radunano al cinema Adriano di Roma: "Non siamo debosciati che sperperano, combattiamo per le nuove generazioni".


Cinema chiusi, teatri su cui non si alzerà il sipario e centinaia di eventi annullati in tutta Italia. È l’effetto dello sciopero indetto da vari sindacati come Slc-CGIL, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil contro i tagli previsti nella Finanziaria 2011.

Giù il sipario sul mondo dello spettacolo: la quasi totalità dei 250 mila lavoratori del settore aderisce infatti allo sciopero generale organizzato da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil contro i tagli previsti nella Finanziaria 2011. Una protesta per chiedere il reintegro del Fus, il contributo statale, attualmente ridotto al minimo storico di 288 milioni di euro, il ripristino delle agevolazioni fiscali, la legge dello spettacolo dal vivo e lo stop alla delocalizzazione delle produzioni cineaudiovisive. Nella capitale, l'appuntamento è alle 10,30 al cinema Adriano, per fare il punto della situazione: ci sono almeno 1.500 persone, troppe per la sala che è stata loro concessa, e così la manifestazione comincia in ritardo. Tanti i volti noti, tra cui Marco Tullio Giordana, Paolo Sorrentino, Giulio Scarpati, Caterina Guzzanti, Giorgio Tirabassi, Fabrizio Gifuni, Mimmo Calopresti, Marco Risi, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Piccioni, Paola Pitagora, Maria Rosaria Omaggio.

Un'atmosfera caldissima, quella che si respira. Giovanni Veronesi spiega che ''il danno fatto in questi anni dai governanti alle nuove generazioni è incalcolabile: la cultura come peso della società, come fardello inutile da evitare. I ragazzi finiranno per crederci, prima o poi". "C'è rimasto
solo il tubo del gas - dice ironicamente Ennio Fantastichini, poco prima dell'inizio - questo governo ha deciso di distruggere la cultura mentre rimangono i fondi per le cerimonie istituzionali. Che poi, cosa sono queste cerimonie? Portare in giro le pischelle con l'auto blu?". Poi dal palco parla Fabrizio Gifuni: "A questo punto manifestazioni come queste dovrebbero diventare sempre più frequenti, quasi con una scadenza settimanale. Ma sono convinto che i primi risultati significativi ci saranno quando queste manifestazioni vedranno la partecipazione anche di cittadini comuni che cominceranno a sentirsi privati di qualcosa che gli appartiene". Rincara Massimo Ghini: "Si parla di Fus come di soldi tolti agli italiani e sperperati da quattro buffoni. Il senso di queste manifestazioni è spiegare alla gente chi siamo realmente: non siamo un gruppo di debosciati che sperpera. E' l'ennesima macchina del fango gettata ". Ma il più esplicito è Ettore Scola: "Continua il 'cinecidio' premeditato contro cui si tenta di resistere".

Per il resto, per l'agitazione di oggi restano chiuse e sale da concerto, i cinema, i teatri - che cancellano anche le prove - e i set cinematografici. Al teatro Carlo Felice di Genova, in programma un concerto di Zubin Mehta in sostegno della protesta. A Milano organizzato un convegno dove sono previsti gli interventi del direttore del Piccolo, Sergio Escobar, del sovrintendente alla Scala, Strephane Lissner e dell'attore Toni Servillo. A Bari, presidio davanti al Teatro Petruzzelli. Alla giornata aderisce anche l'Enc, l'Ente nazionale circhi.

E in mattinata anche il ministro della Cultura Sandro Bondi (che in presenza di altre manifestazioni, come l'occupazione del red carpet al Festival di Roma, aveva usato toni molto duri) ammette che l'iniziativa di oggi parte da presupposti giusti: "Non posso non comprendere le ragioni della protesta del mondo dello spettacolo che, nonostante certe strumentalizzazioni politiche, pongono problemi reali. Ribadisco il mio impegno a ottenere la proroga degli incentivi fiscali a favore del cinema, una misura liberale che senza gravare sulle casse dell'erario ha un effetto positivo per lo sviluppo dell'economia, e di un necessario reintegro del fondo unico per lo spettacolo". Alla protesta invece aderisce ufficialmente il centrosinistra: Pd, Idv, Sinistra e libertà.

"Le promesse non ci bastano, non possiamo più stare appesi", dice il presidente dell'associazione Centoautori 1, Andrea Purgatori. "Giovedì sera Bondi continuava a promettere e intanto al mattino c'era stato un Consiglio dei ministri dal quale lui è uscito senza una briciola". Resta la possibilità che il rinnovo degli sgravi arrivi a fine anno con il decreto Milleproroghe: "Ma per noi sarebbe comunque tardi - ribatte Purgatori - se la certezza del rifinanziamento arriva a fine dicembre, la conseguenza è che a gennaio, febbraio e marzo le produzioni stanno ferme. Per questo cominciamo a pensare che lo scontro sul cinema sia politico".
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