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lunedì 28 marzo 2016

Lo schema Ponzi è un modello economico di vendita




Lo schema Ponzi è un modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi "investitori", a loro volta vittime della truffa.

La tecnica prende il nome da Charles Ponzi, un immigrato italiano negli Stati Uniti che divenne 
famigerato per avere applicato una simile truffa su larga scala nei confronti della comunità di immigrati prima e poi in tutta la nazione. Ponzi non fu il primo a usare questa tecnica, ma ebbe tanto successo da legarvi il suo nome. Con la sua truffa coinvolse infatti 40 000 persone e, partendo dalla modica cifra di due dollari, arrivò a raccoglierne oltre 15 milioni.

Lo schema di Ponzi si è sviluppato nel tempo in varianti più complesse, pur mantenendo la stessa base teorica e continuando a sfruttare l'avidità delle persone. Oggi esistono normative serie al riguardo per cui strutture con questi schemi risultano illegali in ogni parte del mondo tutelando sia l'incolumità delle persone sia quelle aziende che scelgano di avvalersi del marketing multilivello.

Lo schema di Ponzi è tornato alla ribalta internazionale il 12 dicembre 2008, a causa dell'arresto di 
Bernard Madoff, ex presidente del NASDAQ e uomo molto famoso nell'ambiente di Wall Street. L'accusa nei suoi confronti è di aver creato una truffa compresa tra i 50 e i 65 miliardi di dollari (una delle maggiori della storia degli Stati Uniti) proprio sul modello dello schema di Ponzi, attirando nella sua rete molti fra i maggiori istituti finanziari mondiali. Il 12 marzo 2009 Bernard Madoff si dichiarò colpevole di tutti gli undici capi d'accusa a lui ascritti e fu condannato a 150 anni di carcere.

Nel giugno 2013 viene arrestato il tunisino Adel Dridi per aver truffato migliaia di piccoli risparmiatori tunisini applicando lo schema Ponzi.

Lo schema di Ponzi permette a chi comincia la catena e ai primi coinvolti di ottenere alti ritorni 
economici a breve termine, ma richiede continuamente nuove vittime disposte a pagare le quote. I 
guadagni derivano infatti esclusivamente dalle quote pagate dai nuovi investitori 
e non da attività produttive o finanziarie.

Il sistema è naturalmente destinato a terminare con perdite per la maggior parte dei partecipanti, perché i soldi "investiti" non danno alcuna vera rendita né interesse, essendo semplicemente incamerati dai primi coinvolti nello schema che li useranno inizialmente per rispettare le promesse. La diffusione della truffa spesso diventa di tale portata da renderla palese, portando alla sua interruzione da parte delle autorità.

Le caratteristiche tipiche sono:

Promessa di alti guadagni a breve termine;
Ottenimento dei guadagni da escamotage finanziari o da investimenti di "alta finanza" 
documentati in modo poco chiaro;
Offerta rivolta, all'epoca in cui fu architettata la truffa, ad un pubblico
 non competente in materia finanziaria;
Investimento legato ad un solo promotore o azienda.
Risulta evidente che il rischio di investimento in operazioni che sfruttano 
questa pratica è molto elevato. 

Il rischio è crescente al crescere del numero degli iscritti, essendo sempre più difficile trovare nuovi 
adepti.In Italia, Stati Uniti e in molti altri Paesi, 
questa pratica è un reato, essendo a tutti gli effetti una truffa.

Un soggetto promette guadagni fuori dagli standard su un investimento a breve termine, spesso 
riferendosi in termini fumosi a meccanismi complessi o inesistenti.

Senza un investimento documentato, solo pochi investitori danno fiducia alla persona, la quale assicura loro di rispettare i patti: pagherà quanto pattuito, anche se lo farà andando in perdita o più spesso prelevando fondi versati da nuovi investitori. 
In seguito così potrà beneficiare della sua buona fama per 
far aumentare il capitale investito e il numero degli investitori.

I primi investitori, ripagati, reinvestiranno i fondi e parleranno bene dell'investimento attirando nuove vittime, fino a che la persona, giunta al massimo del guadagno, 
sparirà nel nulla con i soldi presenti in quel momento.

Presto o tardi tuttavia la difficoltà di reperire nuovi adepti porterà lo schema a collassare da solo, non 
riuscendo a ripagare gli investimenti o venendo scoperto dalle forze dell'ordine.



Bernard Madoff (New York, 29 aprile 1938) accusato di una delle più grandi
 frodi finanziarie di tutti i tempi.

Nasce a New York da una famiglia di origine ebraica, si sposa con Ruth Madoff.Era molto conosciuto e stimato nella comunità, come dimostrano le numerose cariche ricevute presso le più importanti istituzioni culturali della città. Era consigliere della Sy Syms School of Business della Yeshiva University, del New York City Center e membro del Cultural Institutions Group. È stato anche presidente del NASDAQ, il listino dei titoli tecnologici statunitensi.

Attività imprenditoriale
Ha iniziato la sua attività come broker negli anni sessanta reinvestendo gli utili 
della sua attività di bagnino a Long Island.

Man mano che la sua impresa, la Bernard Madoff Investment Securities, cresceva di dimensioni, ha 
assunto molti familiari, a partire dal fratello Peter e dai figli Mark e Andrew. La sua reputazione 
personale, specialmente nella comunità ebraica, era così grande da essere stato soprannominato 
Jewish Bond (Obbligazione ebraica).

Scoperta della truffa
L'11 dicembre 2008 Madoff è stato arrestato dagli agenti federali, accusato di aver truffato i suoi clienti causando un ammanco pari a circa 50 miliardi di dollari. La sua società si è infatti rivelata come un gigantesco schema Ponzi.

Tale sistema deve il suo nome a un italiano immigrato che agli inizi del '900 per primo lo mise in atto su grande scala, e consisteva nel promettere fraudolentemente agli investitori alti guadagni pagando gli interessi maturati dai vecchi investitori, con i soldi dei nuovi investitori. Rispetto agli altri hedge fund Madoff non vantava profitti del 20~30% ma si attestava su un più credibile rendimento del 10% annuo, costante nonostante l'andamento del mercato. La truffa consisteva nel fatto che Madoff versava l'ammontare degli interessi pagandoli con il capitale dei nuovi clienti. Il sistema è saltato nel momento in cui i rimborsi richiesti hanno superato i nuovi investimenti. Nell'ultimo periodo le richieste di disinvestimento avevano raggiunto una cifra, circa 7 miliardi di dollari, che Madoff non è stato in grado di onorare con le risorse finanziarie disponibili.

La dimensione della truffa messa in piedi da Madoff è almeno
 tre volte più grande dell'ammanco 
causato dal crac Parmalat.

I dubbi sulle autorità di controllo
Il caso Madoff rappresenta un grave fallimento per le attività di controllo. La SEC, già a partire dal 1992, aveva effettuato diverse verifiche presso la Bernard Madoff Investment Securities, senza rilevare gravi violazioni. Addirittura nel dicembre del 2008 era stato segnalato che nonostante Madoff gestisse circa 17 miliardi di dollari per conto dei suoi clienti, 
solamente 1 miliardo era investito in azioni.

Anche i concorrenti e gli altri analisti avevano nel tempo espresso dubbi sulle incredibili performance di Madoff, come ad esempio Harry Markopolos, che nel 1999 e nel 2005, dopo essere arrivato alla 
conclusione che i risultati di Madoff erano tecnicamente molto sospetti se non impossibili, denunciò la cosa alle autorità di controllo.



Ripercussioni della truffa
I clienti di Madoff erano perlopiù grandi istituti finanziari e investitori istituzionali, sui quali sono ricadute le conseguenze della truffa. Diverse banche in tutto il mondo hanno dichiarato di essere esposte verso il fondo di Madoff sia direttamente, sia attraverso fondi da loro gestiti. Tra le italiane Unicredit per 75 milioni di euro e il Banco Popolare per 8 milioni. 
Più gravi invece le ricadute per altri istituti europei come Royal Bank of Scotland esposta per circa 445 milioni di euro, la spagnola Bbva per circa 300 
milioni di euro e la francese Natixis con perdite pari a 450 milioni di euro. L'importo più consistente pare essere quello del gruppo britannico HSBC, esposto per circa un miliardo di dollari (tuttavia al 
mese di ottobre 2011, la SEC ritiene che il gruppo britannico sia riuscito a rientrare in possesso di 
almeno 600 milioni di dollari tramite indagini private) e della società di gestione Fairfield Greenwich 
Group che ha investito nel fondo di Madoff oltre metà del suo patrimonio 
per una cifra di 7,5 miliardi di dollari.

Sembra che anche alcuni importanti personaggi del mondo degli affari o dello spettacolo abbiano 
investito cifre più o meno ingenti con Madoff, direttamente o tramite fondazioni a loro riconducibili. Ad esempio, la Wunderkinder Foundation di Steven Spielberg potrebbe aver perso una buona parte del suo capitale; stessa sorte sarebbe toccata al magnate dell'editoria Mortimer Zuckerman, al premio 
Nobel Elie Wiesel e all'attore John Malkovich. Il 29 giugno 2009 Madoff
 è stato condannato a 150 anni di carcere per i reati commessi.

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