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domenica 5 aprile 2015

EXPO 2015: tutte le Colpe di FORMIGONI




EXPO 2015, TUTTE LE COLPE DI FORMIGONI

E' comprensibile che il presidente Formigoni, di fronte all’opinione pubblica, voglia esaltare e valorizzare un evento come quello di Expo 2015, però, all’interno del consiglio regionale (in cui martedì scorso si è svolta una discussione su questo tema) era bene dirsi le cose per quelle che sono, evitando di presentare la situazione in maniera un po’ troppo ottimistica rispetto alla realtà.
Fin dall’inizio della vicenda di Expo 2015, il Partito democratico non ha mai fatto mancare il proprio sostegno all’iniziativa, anzi, abbiamo sostenuto convintamente la candidatura della città di Milano e abbiamo contribuito a fare in modo che il capoluogo lombardo fosse scelto come la sede dell’evento. Non abbiamo fatto e non faremo mancare neanche adesso il nostro sostegno ad Expo ma, se vogliamo la riuscita di questo evento, il nostro non può essere un sostegno acritico.
Innanzitutto, dobbiamo essere chiari su un punto: Expo deve restare una grande opportunità per Milano, per la Lombardia e per il nostro paese. Expo ha portato ad alcune scelte, ha portato già ad investimenti sulle infrastrutture ma, soprattutto, resta una grande opportunità per quello che sarà l’evento e per quello che potrà lasciare a questa città, a questa Regione e a questo paese, sapendo che oggi – al di là della propaganda – la crisi ci ha costretto a ridimensionare il progetto ed è giusto che questo avvenga. Gran parte delle opere previste (come, ad esempio, il collegamento via ferro tra l’aeroporto di Malpensa e Rho oppure tra l’aeroporto di Orio al Serio e Bergamo, che Formigoni ha annunciato) in realtà non si faranno mai, nonostante siano comprese nelle quarantacinque opere ritenute necessarie all’evento. Non solo: non siamo assolutamente certi che neanche le opere essenziali saranno tutte pronte per il 2015. E dobbiamo avere questa consapevolezza, non possiamo fingere che non ci siano problemi.La crisi ci costringe a ridimensionare e ripensare l’evento e non ci sfugge neanche il rischio che ci siano ritardi sulle infrastrutture. Tuttavia, paradossalmente, la crisi mondiale – per i suoi caratteri – può essere anche un elemento positivo per Expo 2015 e può essere un grande volano per l’evento proprio perché il tema che si andrà ad affrontare diventerà decisivo con questo scenario. Nel 2015 speriamo di avviarci verso la fine di questa crisi globale e il tema di come devono cambiare i consumi e i comportamenti e delle cose che bisogna fare per rimettere in campo politiche nutrizionali diverse da quelle in essere sarà decisivo. Se scommetteremo su questo, Milano e l’Expo potranno diventare una straordinaria occasione e, per sei mesi, potranno diventare davvero il punto di riferimento nel mondo per un tema che, a quel punto, sarà di tutti.
Ora però serve ciò che non c’è stato in questi anni: serve il massimo impegno e la massima coesione istituzionale, tra tutte le istituzioni. Oggi, non si può parlare di Expo senza vedere i problemi che ci sono nei rapporti tra le diverse istituzioni protagoniste dell’evento. Non si può non vedere che i troppi contrasti hanno già prodotto danni ad Expo: hanno prodotto ritardi e confusione.A tuttora non sappiamo chi sarà il commissario dedicato al Padiglione Italia. Non tutto è chiaro rispetto al diritto di superficie per le aree perché si sono creati problemi anche su quel fronte. Ci sono ancora troppe incognite, troppi contrasti, troppa poca coesione tra le istituzioni. Ma il danno peggiore che è stato prodotto è che si è passato due anni a litigare su chi doveva stare nelle società, sull’assetto delle società, a quale corrente dovevano appartenere i membri della società. Dobbiamo sapere che, in quei due anni, si è parlato di Expo solo per questo e tutto ciò ha prodotto una disaffezione profonda proprio in quei cittadini che in Expo credevano e che volevano investire su Expo. Una disaffezione che ha coinvolto, dunque, proprio quei soggetti che pensavano che Expo fosse una grande opportunità e che oggi dobbiamo tornare a convincere di questo.Oggi la priorità è questa: recuperare la fiducia di chi abita in Regione Lombardia rispetto al fatto che Expo possa essere un’opportunità per tutti i cittadini e non solo per qualcuno. Dobbiamo recuperare la fiducia dei cittadini e dobbiamo recuperare una capacità di coinvolgere gli enti locali. Ovunque si andava, due anni fa, molti enti locali, i sindaci, gli amministratori chiedevano di far loro sapere di Expo perché era una grande occasione per loro; oggi non lo dice più nessuno. Oggi anche i Comuni, i sindaci, i presidenti delle provincie lombarde vivono l’Expo come un appuntamento lontano. Dobbiamo fare in modo che gli enti locali tornino a vedere l’Expo come una grande opportunità non solo per il sito ma per tutta la realtà milanese e lombarda.
I tempi sono stretti e o la politica dà un supporto vero, di coesione che attualmente sta mancando – a partire dalla collaborazione sui temi cruciali, a partire dal governo, a partire dal coinvolgimento dei Comuni, delle realtà produttive – o non ce la facciamo.In questo scenario che si è venuto a definire, però, ci sono delle responsabilità. Formigoni è il commissario generale di Expo ed è l’unico che ha seguito questa vicenda dall’inizio e che avrebbe dovuto garantire la continuità della scommessa sull’Expo. Formigoni, quindi, ha la responsabilità del deterioramento che c’è stato in questi anni nei rapporti tra le istituzioni e, in particolare, tra il Comune di Milano e la Regione Lombardia e tra il governo e chi organizzava l’Expo. Formigoni ha la responsabilità di non aver coinvolto gli enti locali, le istituzioni lombarde e di non averle fatte sentire protagoniste di questa vicenda. Formigoni non è riuscito a tenere il quadro istituzionale; lo dicono le cronache, è sotto agli occhi di tutti.Il perché è evidente: Formigoni confonde l’occasione dell’Expo con un’occasione non per la città, per i cittadini, per la Regione, ma come un fatto di propaganda, assumendosi troppo spesso ruoli o meriti che non ha e non sono suoi o che non lo sono interamente e questa ossessione di mostrarsi come il deus ex machina di Expo 2015 non aiuta.
Durante l’ultima seduta del consiglio regionale, Formigoni ha parlato del futuro delle aree di Expo, ma non sarà lui a decidere che cosa si farà lì. Formigoni ha anche tenuto per un quarto d’ora una lezione interessante sul tema e su come intende svilupparlo, dimenticando che su questo ha solo un compito: controllare che durante i sei mesi di svolgimento dell’Expo non si vada fuori tema e tutto ciò che viene organizzato stia in quell’ambito. Non ha la responsabilità del tema, di istruirlo o di costruirlo, mentre invece ha la responsabilità di coinvolgere tutti. Dal momento che siamo in ritardo, oggi, occorre che tutte le responsabilità siano dedicate a tempo pieno allo svolgimento dell’Expo e Formigoni non è in grado di farlo. Lo dimostrano le vicende di questi mesi. Per questo, il Partito democratico – che comunque non farà mancare il proprio impegno e il proprio contributo ad Expo 2015 – insieme al resto delle opposizioni, aveva presentato un ordine del giorno per chiedere a Formigoni di rimettere al governo il suo mandato di commissario generale, prendendo così atto dei limiti che ci sono stati.Richiesta questa che, a parole, era stata avanzata anche da Matteo Salvini ma che, nei fatti, è rimasta inascoltata dal gruppo della Lega in consiglio regionale, come dimostra l’esito della votazione. Richiesta questa che non significa meno impegno da parte della Regione Lombardia per Expo ma, anzi, vuol dire dedicare un lavoro serio su questo terreno.


in Galera i Manager Nominati da Formigoni

La procura di Milano ha sequestrato i conti bancari di Roberto Formigoni nell'ambito dell'inchiesta sulla fondazione Maugeri. Sequestrata anche la villa ad Arzachena, in Sardegna, e alcune proprietà immobiliari. 
Formigoni: sequestro 49 mln e villa
Caso Maugeri,
Il sequestro è stato effettuato dalla Guardia di Finanza di Milano su richiesta della Procura. Oggetto del provvedimento conti correnti di Formigoni e la villa in Sardegna di Alberto Perego, amico di vecchia data dell'ex Governatore. Il provvedimento di sequestro è stato firmato dal gip Paolo Guidi.

Il sequestro preventivo di tutti i conti, meno uno, di Formigoni viene motivato dal gip col recupero del profitto dei reati contestati a Formigoni nel rinvio a giudizio di un mese fa nell'ambito dell'indagine San Raffaele - Maugeri. Il 'Celestè è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e appropriazione indebita. Il sequestro ammonta a 49 milioni di euro che vengono trasferiti sul Fondo Unico Giustizia. La villa in Sardegna sequestrata venne ceduta nel 2011 a un prezzo ritenuto di favore dagli inquirenti a un coinquilino di Formigoni nella comunità del Memores Domini. L'unico conto non risparmiato è quello in cui l'attuale senatore percepisce l'indennità parlamentare mensile.

FORMIGONI: VOGLIONO DISTRUGGERMI, NON HO VILLE
«Non ho conti milionari né ville. Quello che è stato fatto è l'ennesima calunnia nei confronti di Formigoni. Si vuole distruggere la figura di Formigoni e la sua opera». Lo ha affermato lo stesso ex presidente della Regione Lombardia . «Strabilio - ha detto - Non ho mai avuto a disposizione tanti soldi. Neanche la centesima parte di 49 milioni. Vorrei che i magistrati tirassero fuori le prove se le hanno, ma non le hanno. Non ho mai posseduto una villa in Sardegna. Per ora hanno sequestrato un conto corrente con 75 mila euro di passivo. Se questo servirà ad azzerare i miei debiti, ne sarò felice». E ha aggiunto: «Se privati hanno sottratto fondi da aziende private, ne risponderanno».

LEGGI TUTTO

http://cipiri.blogspot.it/2015/03/expo-2015-e-un-camouflage.html


EXPO 2015 E' SOLO UN SET CINEMATOGRAFICO

11mila metri quadrati di EXPO 2015 saranno solo delle enormi scenografie a causa dei ritardi...
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