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giovedì 7 agosto 2014

Schettino : Non era una Lectio Magistralis alla Sapienza



Schettino alla Sapienza: 
“Non era una lectio magistralis”

Dopo aver indagato con i docenti dell’università, 
abbiamo scoperto che si trattava di un commento sulla ricostruzione dell’evento Costa Concordia

Pareva evidente che si trattasse di una bufala. O almeno così tutti avremmo sperato. Per una serie di ragioni piuttosto chiare: l’iniziale uscita su pochissime fonti autorevoli – anche se poi si è aggiunta l’Ansa – l’assenza totale di uno scatto, una mezza foto che fosse circolata a suo tempo. Possibile che nessuno fosse stato avvisato? Troppo ghiotta l’immagine di uno dei personaggi più detestabili d’Italia impegnato addirittura in una lectio magistralis. Il periodo, anche: non mi pare si tenga alcunché ai primi di luglio, nelle università italiane, se non qualche esame fuori tempo massimo.

E poi ovviamente la totale assurdità che avrebbe comportato una scelta del genere: far salire sulla cattedra di una qualsiasi aula magna, rettore al fianco, l’ex comandante Francesco Schettino, indagato per il disastro della Costa Concordia: 32 morti, 110 feriti, un disperso.

A parlare oltre tutto della gestione del panico, con estratti che paiono confezionati da un qualche account umoristico di Twitter: “Sono qui perché sono un esperto, ho navigato in tutti i mari del mondo e so cosa comportarsi e come reagire”. Per inciso, stiamo parlando di quello del “torni a bordo cazzo”.

Eppure Schettino ci ha abituato a uscite ogni oltre limite, selfie con ammiratrici, telefonate ai familiari delle vittime e candidature all’Isola dei Famosi compresi. Ed è forse questo il punto più delicato: il personaggio è il modello ideale attorno al quale costruire panzane a volontà. Che però, appunto, potrebbero non essere tali. O almeno non del tutto: è insomma il prototipo perfetto per le mezze bufale. Costano meno, circolano meglio. Proprio come in questo caso.

Come se non bastasse la ricostruzione dell’evento a cui avrebbe partecipato è decisamente fumosa. Non si capisce, parlo dei pezzi usciti, quando si sia tenuto, non ci sono date. Si dice solo che sarebbe intervenuto un paio d’ore alla fine di una tre giorni organizzata dal master in scienze criminologiche, a sua volta messo in piedi dalla cattedra di psicopatologia forense, alla facoltà di Medicina della Sapienza di Roma.

Bastava tuttavia indagare un po’ per scoprire una pagina evento di Facebook, questa, dove in effetti l’intervento di Schettino era previsto per lo scorso sabato 5 luglio al Circolo aeronautica Casa dell’Aviatore in viale dell’Università 20, a Roma. Per la precisione, nell’ambito di un seminario organizzato dal criminologo Vincenzo Mastronardi, titolare del master in questione, e intitolato Dalla scena del crimine al profiling. Un’ottantina i partecipanti, non una roba per le masse insomma.





Il quadro, per come lo raccontavano molti colleghi, non mi tornava. Troppi dettagli da una parte, troppo pochi dall’altra. Più che una bufala, insomma, sembrava una notizia gonfiata a dismisura.

Così ho contattato Mastronardi per capire com’è andata: “Non si è trattato di alcuna lectio magistralis - racconta da Roccaraso, dove oltre tutto non ha connessione e dice di non aver del tutto compreso cosa si stia scatenando – e l’intervento di Schettino è stato brevissimo, a commento di una ricostruzione in 3D dell’incidente. Oltre tutto, c’è una differenza fra invitare una persona e chiamarla per partecipare in un contesto scientifico. L’abbiamo interpellato per dire la sua, non abbiamo promosso l’evento. Insomma, ci interessava come protagonista di quel tragico fatto“.

Bene, ma nessun dubbio sull’opportunità di coinvolgere un personaggio così controverso, per giunta con un procedimento in atto? “In realtà non l’ho chiamato io – mi dice Mastronardi - ma sono stato convinto da altri suoi colleghi partecipanti al seminario, quel giorno dedicato al giornalismo investigativo, a chiamarlo per par condicio. Per permettergli insomma di dire la sua. A dire il vero, però, ho sperato fino alla fine che non si presentasse“.

Certo è, insomma, che non si è trattato di una lectio magistralis – come tutti vanno urlando – in un luogo storico della cultura nostrana ma di una cosa decisamente diversa. Un seminario a numero chiuso, ma aperto a tutti non solo agli studenti, organizzato sì da un docente della Sapienza nell’ambito di un master ma in un luogo che formalmente non appartiene all’ateneo romano. “Ho scelto quella sede proprio per tenere l’evento il più possibile separato dal contesto universitario” conclude Mastronardi, che a breve dovrà spiegare la faccenda al rettore. Buona fortuna.

Tuttavia voglio andare un po’ oltre. Quasi non m’interessava se la notizia fosse vera o falsa. Com’è evidente, è solo una notizia raccontata molto male, pompata a massicce dosi di botulinismo mediatico. Quel che serve è invece notare che in fondo in un Paese in cui abbiamo invitato in cattedra chiunque, ex terroristi compresi, non c’è nulla da stupirsi.

Non è un caso che si sia scatenato il panico – quello vero, dell’indignazione in buona fede – sui social network. Segno che in una fetta d’opinione pubblica non sorge neanche il dubbio che possa essere una patacca, un’esagerazione o meno: si salta immediatamente oltre perché il contesto ha insegnato nel corso degli anni che tutto è possibile nello sgangherato network delle università italiane, sempre alla ricerca di visibilità e trovate per far parlare di sé e attrarre iscritti.

Insomma, il terreno è fertile, fertilissimo. Situazioni come l’intervento di Schettino dimostrano in ogni caso il prezzo che si paga quando si abbassa l’asticella. Da professori e rettori che invitano chiunque ai giornalisti che non verificano dettagliatamente i fatti, dandone la giusta portata, fino ai singoli individui che non si interrogano su cosa sia davvero accaduto – rarissimi i punti di domanda nel flusso schifato dei tweet – ma sparano alzo zero appena acquisita mezza riga di notizia. D’altronde nessuno li ha abituati a farlo.

Così, basta individuare il personaggio giusto per ballare sul confine fra realtà e incertezza.
 Anche se, il più delle volte, la prima supera spesso, e tragicamente, ogni più mesta fantasia.

Lectio magistralis o seminario estivo, infatti, poco cambia sull’opportunità di invitare Francesco Schettino,
 a Concordia appena recuperata, in qualsivoglia evento formativo.


da:     http://www.wired.it/attualita/media/2014/08/06/se-schettino-sale-cattedra-alla-sapienza/


LEGGI ANCHE    http://cipiri12.blogspot.it/2012/01/costa-concordia-al-varo-la-bottiglia.html

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