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giovedì 31 maggio 2012

Parata 2 giugno, sul web sale la protesta

  il governo dice si alla parata militare

ed aumenta la benzina

Parata 2 giugno, sul web sale la protesta. Quirinale: si farà

Il Colle:"Sarà una cerimonia sobria nel rispetto dei terremotati". Su Twitter l'esempio di Forlani: la annullò dopo il sisma in Friuli




Il Quirinale ha confermato anche quest'anno parata del 2 Giugno e cerimonia per la Festa della Repubblica, ma "ispirate a principi di particolare sobrietà", in considerazione della tragedia del terremoto in Emilia. Una decisione in pieno "accordo" con il governo Monti e i presidenti delle Camere, considerando un dovere della Repubblica non venir meno alla celebrazione della propria ricorrenza fondativa. Una soluzione destinata a sollevare polemiche, mentre sul web è continuata la crociata per chiedere di annullare la parata e destinare i finanziamenti ai terremotati. Su Twitter c'è chi ha trovato un precedente: quello di Arnaldo Forlani che, nel 1976, dopo il terremoto del Friuli, annullò la parata per la festa della Repubblica.




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martedì 29 maggio 2012

Come comportarsi in caso di terremoto







Come comportarsi

 in caso

 di terremoto

Il terremoto: un fenomeno naturale non prevedibile, che dura molto poco, quasi sempre meno di un minuto.
Il territorio italiano, come ben sapete, è esposto a questo rischio, prepararsi ad affrontare il terremoto è fondamentale, pensateci fin da ora.
La sicurezza dipende soprattutto dalla casa in cui abitate. Se è costruita o adattata in modo da resistere al terremoto, non subirà gravi danni e vi proteggerà. Ovunque siate in quel momento, è molto importante mantenere la calma e sapere cosa fare.
Seguire alcune semplici norme di comportamento può salvarvi la vita e salvare la vita di altri.


A prescindere da quale sia l'intensità del terremoto e la sua durata se siete colpiti dal sisma e vi trovate all'interno della vostra abitazione è buon uso trovare un riparo nelle zone più sicure della casa.
Alcuni luoghi classificati più sicuri:
- sotto lo stipite di una porta, molto difficile che crolli.
- un buon tavolo magari di castagno resisterà a notevoli sollecitazioni.
- rientranze del muro dove le pareti sono di considerevole spessore.

Le scale, al giorno d'oggi, sono il punto più sicuro dell'edificio ma sussiste un pericolo reale dell'istinto di conservazione dell'individuo che si precipita dalle scale calpestando tutto e tutti a scapito dei più deboli e anche condizioni di perdita d'equilibrio a seguito di scosse telluriche.

Sappiamo che in certi momenti mantenere la lucidità è difficile ma bisogna imporre a se stessi un comportamento che metta in sicurezza fattori fondamentali.
Prima chiudere la fornitura di energia elettrica ovvero sganciare l'interruttore generale presso il contatore Enel, se questo si trova in luogo lontano o non accessibile al momento, sganciare almeno il salvavita dell'appartamento, questo al fine di evitare cortocircuiti elettrici, facili inneschi di incendio e di esplosioni da gas, oltre al pericolo personale di scossa elettrica.
In secondo luogo è indispensabile chiudere il rubinetto del gas possibilmente quello principale.

Dopo l'evento si può, con relativa sicurezza, uscire all'aperto e trovare uno spazio sicuro.
Gli spazi sicuri, in questi casi, sono da cercare in aree senza edifici ne costruzioni, uno spazio aperto è normalmente sicuro, una grande piazza o un terreno o una strada ampia, conviene sempre considerare l'altezza degli edifici che ci circondano e valutare la distanza da essi.

Il problema che si presenta dopo una scossa è in genere il problema sul problema ovvero l'uso dell'automezzo proprio.
Evitate di prendere la vostra macchina se non in casi di estrema necessità. Una macchina può ostacolare i mezzi di soccorso o anche solo ostacolare chi ne ha più bisogno di voi. Se il pensiero è la macchina nuova in garage possiamo dire che meglio fare il weekend successivo a piedi o in bicicletta che rischiare la propria vita per cercare di salvarla dalle ammaccature.
Non bloccare il traffico, usa la macchina solo se indispensabile.

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lunedì 28 maggio 2012

LINKS: ILLUMINIAMO LA corte costituzionale

ILLUMINIAMO LA corte costituzionale


ILLUMINIAMO LA
 corte costituzionale



    • 21 giugno

  • OVUNQUE

  • CHE NE DITE DI INVIARGLI QUESTA MAIL?
    (QUESTO è IL LINK DOVE INVIARE LA MAIL FACENDO COPIA E INCOLLA DEL TESTO SOTTO- http://
www.cortecostituzionale.it/
scriviCorte.do)

Sono un cittadino che è stato rovinato, come molti cittadini, come sempre più numerosi cittadini, dalla pressione fiscale e dai modi di esazione fiscale...  QUA  TROVI IL TESTO
LINKS: ILLUMINIAMO LA corte costituzionale: ILLUMINIAMO LA   corte costituzionale - 21 giugno OVUNQUE CHE NE DITE DI INVIARGLI QUESTA MAIL? (QUESTO è IL LIN...


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Brescia : Strage di piazza della Loggia nessun colpevole


La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista con la presenza del sindacalista della CISL Franco Castrezzati, dell'on. del PCI Adelio Terraroli e del segretario della camera del lavoro di Brescia Gianni Panella. L'attentato provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue.

28 MAGGIO 1974? NON E' SUCCESSO NIENTE!

Tutti assolti. Zorzi, Maggi, Rauti, Tramonte, Delfino… tutti assolti. Il tribunale di Brescia dello Stato italiano, autoassolvendosi, ha stabilito che la strage del 28 maggio del 1974 resterà impunita. Come tutte le stragi fasciste, del resto. Poi magari, tra qualche anno, quando qualcuno chiederà a qualche studente cosa sa di quanto accadde a Piazza della Loggia, si sentirà rispondere che a mettere la bomba sono stati i brigatisti. E c’è ancora chi parla di “pezzi di Stato deviati”, come se non fu tutto l’intero apparato a dichiarare guerra al movimento dei lavoratori ma solo alcune mele marce… E c’è ancora chi crede alle toghe rosse


 OGGI LUNEDI 28 MAGGIO

Questa mattina alle nove e trenta alcune centinaia di attivisti del Kollettivo Studenti in Lotta e del centro Centro Sociale Magazzino 47, insieme ad altre realtà antagoniste della città - sindacati di base, gruppi della sinistra - erano partiti in corteo da Piazza Garibaldi con l'intenzione di arrivare in Piazza della Loggia, per ribadire che le responsabilità della strage del 28 maggio del 1974 sono da addebitare allo Stato e ai suoi apparati. E anche per contestare le politiche di massacro sociale imposte dal governo Monti. Con loro tante bandiere, ad esempio quelle dei No Tav, e qualche rete metallica da utilizzare per parare i colpi dei manganelli, visto che la Questura aveva già avvisato i manifestanti che non gli avrebbe permesso di entrare in piazza. Ed infatti quando gli studenti sono arrivati in corso Matteotti i cordoni dei Poliziotti hanno cercato di impedire che il piccolo corteo potesse partecipare alla celebrazione a suon di bastonate.
Ma nonostante le nuove cariche una volta arrivati in piazza e il minaccioso schieramento dei cordoni del servizio d'ordine dei sindacati confederali, alla fine studenti e altri attivisti si sono ricompattati e sono riusciti a fare il loro ingresso in Piazza della Loggia e a dirigersi verso la stele che riporta i nomi delle vittime della bomba di 38 anni fa. "Ci siamo presi piazza della Loggia – ha gridato uno dei manifestanti col megafono – ricompattiamoci e rendiamo omaggio ai nostri morti, nostri e non del ministro dell'Interno".
E dire che il messaggio inviato per l'occasione al sindaco della città da Giorgio Napolitano davano ragione ha chi chiede finalmente verità e giustizia.  “Il corso della giustizia deve, pur nei limiti in cui è rimasto possibile, continuare con ogni scrupolo e, nel contempo va peró fin da ora messo in luce quanto è emerso” sulla “matrice di estrema destra neofascista” e “sugli ostacoli che una parte degli apparati dello Stato frappose alla ricerca della verità” aveva affermato nel suo messaggio il Presidente della Repubblica.
Ma di fronte alla recente assoluzione dei colpevoli dell'eccidio e alla blindatura della piazza le parole del capo dello Stato e quelle proferite dal vivo dal Ministro degli Interni erano suonate come un paradosso, un affronto alla memoria e alla dignità delle vittime e dei loro parenti.
«Siamo costernati di essere a Brescia oggi senza verità» aveva detto Anna Maria Cancellieri, aggiungendo: «La verità a un certo punto sembrava arrivare. Il messaggio che deve passare è che non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci. La verità arriverà. È un dovere e non possiamo trascurare nessun impegno per arrivare alla soluzione».



Strage di Brescia, nessun colpevole.

 Ma la strategia della tensione è finita?



A Brescia in piazza della Loggia il 28 maggio 1974 si svolgeva una manifestazione sindacale antifascista. Per sostenere il processo di emancipazione del Paese che la Strategia della tensione con le sue bombe cercava di bloccare.

C’era stata Piazza Fontana il 12 dicembre del 1969, a Milano, nella sede della Banca dell’Agricoltura, per far credere che fosse la sinistra a colpire il capitale anche nella piccola imprenditoria che a quella banca si rivolgeva. Sedici morti e 88 feriti. A seguire la morte di Pinelli in questura quattro giorni dopo e l’arresto di Valpreda…

C’era stato il 22 luglio 1970 di Gioia Tauro col deragliamento della Freccia del Sud. Ancora una bomba seminava terrore colpendo un treno di lavoratori: 6 morti e oltre 60 feriti. Pochi giorni prima era iniziata a Reggio Calabria la rivolta campanilista dove in inquietanti intrecci tra mafia e fascismo si cavalcava il disagio meridionale al grido di “Boia chi molla”.

Il messaggio era chiaro: state lontani da qui perché è “cosa nostra”. Ma si preferì accreditare il deragliamento per incidente, anche dopo una illuminante perizia del 23 giugno 1973, che chiarisce come «la deformazione della piastra prelevata in corrispondenza della rotaia con suola danneggiata è da attribuirsi sicuramente all'azione dell'esplosione e non all'urto del materiale rotabile».
Se per piazza Fontana si era individuato negli anarchici Pinelli e Valpreda (innocenti) il facile bersaglio, per Gioia Tauro sono i ferrovieri, più evocativi di “rossi pericolosi” per l’immaginario perbenista. E quattro ferrovieri innocenti vengono incriminati…

Intanto però, anche la pista nera qualcuno cominciava coraggiosamente a batterla. Gli strateghi si sentono in pericolo, e mandano il loro segnale di morte ai brigadieri che indagano. Ed è la strage di Peteano: il 31 maggio 1972 tre carabinieri sono fatti saltare in aria da un’altra bomba opportunamente posta nel bagagliaio di un’automobile che avrebbero dovuto perquisire. Un avviso chiaro, come dichiarerà il pentito neofascista Vinciguerra: lasciate stare i neri! Le indagini della Magistratura confermeranno, visto che nel 1987 due alti ufficiali dei carabinieri sono condannati a dieci anni e mezzo di reclusione per deviazione e depistaggio su questa strage. Dietro di loro un altro generale, Giovambattista Palumbo, che però non potrà testimoniare, perché deceduto. “Stragi di Stato”?

L’Italia civile e democratica sa e vuole giustizia. Le manifestazioni antifasciste e in difesa della Costituzione repubblicana si susseguono: per la libertà, per i diritti, per la democrazia.
A Brescia in quel piovoso martedì del 28 maggio 1974 sono i sindacati a chiamare a raccolta nella splendida Piazza della Loggia. Ma le mani assassine della Strategia della tensione stanno in agguato. Un’altra bomba, questa volta nascosta dentro un cestino di rifiuti lascia a terra 104 feriti e 8 morti: Livia Bottardi (32 anni) - Giulietta Banzi Basoli (34 anni) - Clementina Calzari (31 anni) - Alberto Trebeschi (37 anni) - Luigi Pinto (25 anni) - Euplo Natali (69 anni) - Bartolomeo Talenti (56 anni) - Vittorio Zambarda (60 anni).

Stranamente i pompieri azionano le loro pompe. Così oltre al sangue che potrebbe impressionare i passanti (questa è una delle dichiarazioni di getto della polizia a chi chiedeva di far chiudere gli idranti), anche i resti dell’ordigno sono spazzati via.
Altra stranezza: ci sono pochissimi carabinieri in piazza. Il loro capitano, Francesco Delfino, è in Sardegna, e quasi tutto il suo reparto è stato inviato a un corso di formazione.
Delfino ha nostalgie fasciste e le mani in pasta con i servizi segreti. Il suo nome che ricorre in molte inchiesta sulle stragi, oltre a quella di Brescia, è rimbalzato anche sulle pagine di cronaca nera in occasione del rapimento di Giuseppe Soffiantini (1997). Delfino è ormai generale (ha fatto carriera) e viene accusato di aver estorto alla famiglia del sequestrato, per favorirne il rilascio, quasi un miliardo di lire. Per questo reato nel 2001 è stato condannato definitivamente in Cassazione a 3 anni e 4 mesi di carcere.

Ma dalla strage di Brescia, grazie alla recente sentenza del 14 aprile 2012 della Corte d’Appello d’Assise, Delfino esce assolto. E con lui gli altri imputati che la trama nera lega in quegli anni e i cui nomi, come quello di Delfino, ricorrono nelle indagini della Magistratura e negli atti delle Commissioni Parlamentari d’inchiesta.
Carlo Maria Maggi della cellula veneta di Ordine Nuovo.
Delfo Zorzi, anch’egli ordinovista e che oggi fa tranquillamente l’imprenditore a Tokyo. Il suo nome nuovo è Hagen Roi, ha preso la cittadinanza giapponese, che lo ha protetto dal pericolo di estradizione per presentarsi ai processi in Italia.
Maurizio Tramonte, neofascista e strutturale collaboratore dei Servizi segreti.
Col Generale Delfino, tutti assolti! Per insufficienza di prove!

Già le prove… ma gli stragisti fanno le cose “pulite”, anche per la rete di connivenze e complicità di quegli apparati dello Stato, che si continua ipocritamente a chiamare deviati, come se le persone ai vertici non fossero gli stessi inquietanti personaggi opportunamente selezionati per occupare quei gangli vitali nella pericolosa partita del gioco delle parti tra “Gladiatori” e paraventi di “Stato deviato”.
Tutto noto! Lo sapevamo. Lo sappiamo, come urlava Pasolini nel suo terribile “Io so”.
È Storia, che tutti possono studiare.

Allora è indecente che le stragi continuino a restare una verità nascosta, per gli omissis mai fino in fondo sottratti alla coltre di filo spinato del “segreto di stato”.
Così continuano a restare impuniti gli assassini che sia come manovalanza che come ideologi e funzionari, sono stati i protagonisti di quella Strategia della tensione (continuata negli anni Ottanta e forse oltre ancora) che cercava di bloccare il processo di emancipazione dell’Italia nella svolta progressista laica e libertaria di quei formidabili anni Settanta. Una svolta progressista che si chiama parità, uguaglianza, diritti per le donne, i giovani, i lavoratori.

Una rivoluzione copernicana per la democrazia, che ancora oggi qualcuno ha interesse a demonizzare sferrando un mortale attacco proprio ai diritti conquistati in quegli anni di azione collettiva. E nella resa dei conti chiama a paravento questa volta la crisi. Una crisi che non hanno certo prodotto i cittadini, ma governanti e imprenditori presi dalla sindrome del liberismo selvaggio, e che oggi di fronte al default del neocapitalismo non vogliono affrontare il problema dell’equità sociale per continuare a star seduti sul velluto.

La Strategia della tensione di oggi è allora la bomba ad orologeria del lavoro precario e senza tutele, proposto paradossalmente come panacea per superare la crisi. È lo spauracchio della precarietà, che nella perdita di diritti e dignità, fa accettare ogni condizione di precarietà. La sostanza non cambia, c’è anche chi la chiama ipocritamente “flessibilità”.

Oggi, in nome della crisi, un padronato sempre più arrogante sembra voler far credere con il collaborazionismo di una classe di governo che ne è l’espressione, che gli anni Settanta sono roba vecchia, e che tutto sommato chi faceva saltare in aria i lavoratori che allora si chiamavano compagni come in quel 28 maggio del 1974 a Piazza della Loggia è roba passata. Roba da dimenticare.

E c’è da aspettarsi che prima o poi, come per le stragi nazifasciste, qualcuno dica dei vari Delfino, Zorzi, Maggi… che in fondo sono poveri vecchi da lasciare in pace. 
 di Maria Mantello
 http://temi.repubblica.it/micromega-online/strage-di-brescia-nessun-colpevole-ma-la-strategia-della-tensione-e-finita/
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sabato 26 maggio 2012

MILANO : piazza Enrico BERLINGUER

Inaugurazione Piazza Berlinguer a Milano. Giuliano Pisapia, Bianca Berlinguer, Lella Costa Massimo Gatti, Ivano Tajetti e molti altri

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Cari ragazzi ,
quanto sarebbe stato bello se oggi papà avesse davvero potuto compiere 90 anni.

Purtroppo non è andata così, ma voglio dirvi che di tutte le iniziative che ci sono oggi in Italia per ricordarlo la vostra è la più bella, sicuramente quella che mi coinvolge di più perchè pensata da giovani che quando papà è morto non erano ancora nati.

E questa è la prova più certa e insieme più emozionante che la memoria di quanto mio padre ha detto e fatto non è andata perduta ma resta nel cuore e nella mente di tante persone.

Bianca Berlinguer


in risposta alla figlia stefania



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Santoro a Grillo in diretta tv – Video

Santoro  a  Grillo in diretta tv – Video


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“Caro Beppe, tu dici che noi conduttori, come i politici, siamo tutti morti. Ma, sui tempi lunghi, ti assicuro che anche i comici lo saranno, è normale. Non è normale, invece, che i giornali di Berlusconi e gli amici di Bisignani ti applaudano tanto quando tu attacchi tutta la TV indifferentemente, ma tu hai bisogno di dire che siamo tutti uguali. Ne hai bisogno perché devi tenere i tuoi ragazzi lontani dalle telecamere e devi anche consentire al tuo piccolo fratello e socio Casaleggio di controllare bene la situazione, perché: “Movimento” va bene, ma non troppo.
Ma, caro Beppe, se i tuoi ragazzi sono contenti di non avere altro Dio al di fuori del tuo blog, sono fatti vostri, sono scelte loro, quello che posso dire io è: auguri. Per quanto mi riguarda: riderò un pochino di meno, spererò un pochino di meno, forse penserò un pochino di meno, ma… cazzo cazzo, culo culo, vaffanculo vaffanculo


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venerdì 25 maggio 2012

Google celebra il Moog con un Doodle Synthesizer



Google celebra il Moog con un Doodle Synthesizer



Quella di Robert Arthur Moog è stata una delle personalità più importanti per la musica come la conosciamo oggi, a questo ingegnere stunitense si deve infatti la realizzazione del Moog, un sistema di sintetizzatori basati su tastiera divenuto essenziale nelle sale di registrazione delle case discografiche.
Moog è nato a New York il 23 maggio 1934 e Google ne celebra l'anniversario con uno dei Doodle più belli e complessi della sua storia, gli sviluppatori di Mountain View hanno infatti modificato il classico logo di Big G in modo da trasformarlo in un vero e proprio sintetizzatore on line.



Il nuovo Doodle/Moog è infatti dotato di una tastiera che potrà essere suonata utilizzando il puntatore del mouse o con i tasti numerici, inoltre sono disponibili numerose funzionalità essenziali per la modulazione dell'audio, per il mixing delle tracce, per l'introduzione di filtri e addirittura per la registrazione su Google+.
Quella riprodotta attraverso il Doodle è per la precisione una versione del Moog denominata Minimoog, esso consente di registrare fino a 4 tracce diverse sovrapponibili e crea un'URL abbreviata che ne permetterà la condivisione su qualsiasi network sociale.



'“Mai più senza internet: web is mobile”.
Mai più, perché internet oggi è ovunque.
Nelle tasche dei tuoi jeans, fra le dita della mano.
Sta rivoluzionando la tua vita.
E siamo solo all'inizio..' 

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Politici e frequentazioni mafiose, Marco Travaglio, Servizio Pubblico







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Politici e frequentazioni mafiose 

Marco Travaglio

 Servizio Pubblico



 Puntata del Giovedì 24 maggio Servizio Pubblico. Copertina intervista di Sandro Ruotolo di Servizio pubblico, a 20 anni da Capaci. Chi portò Cuffaro in Parlamento? Casini, che disse, dopo la condanna, "rispettiamo la sentenza, ma non rinneghiamo l'amicizia". Marco Travaglio prova a delineare il perimetro d'azione dei mafiosi nelle loro relazioni parlamentari. Passando dal leader Udc a Berlusconi, fino ad arrivare all'immancabile Giulio Andreotti. Ed intanto Alfano parla del Partito dell'onestà.


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Conosci la personalita' di
ogni segno zodiacale
per capire la sua

SENSUALITA'


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Francoforte: la polizia tedesca toglie gli elmetti e marcia al fianco di occupy



 Francoforte: la polizia tedesca toglie gli elmetti e marcia al fianco di occupy aprendo loro la strada. come mai la notizia gira quasi esclusivamente sul web ?

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Manifestazione Blockupy finale a Francoforte il 19 Maggio 2012.  Da notare l’atteggiamento amichevole che la Polizia ha con i Manifestanti.

Read more: http://www.nuovaresistenza.org/2012/05/24/blockupy-frankfurt-19-mai-2012-relation-polizei-demonstranten-youtube/#ixzz1vsKG3urg
Einige Impressionen von der Blockupy Abschlusskundgebung in Frankfurt am 19. Mai 2012. Bemerkenswert ist die Relation zwischen Polizeiaufgebot und Demonstranten.


Numeri identificativi per la polizia in antisommossa anche in ITALIA

  perche' non si verifichino piu' queste scene
Numeri identificativi per la polizia in antisommossa
Creata il 6 Ottobre alle 12:37 da il-corsaro altrainformazione
Obiettivo firme:
7.973/10.000
Nelle piazze italiane, durante le manifestazioni vengono schierati in assetto antisommossa Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza. Nessuno di questi corpi ha sulle proprie divise segni identificativi che li renda riconoscibili.
In caso di abusi il poliziotto non è riconoscibile e quindi non è perseguibile: resta così sempre impunito.
Chiediamo l'immediata introduzione dei numeri identificativi per le forze dell'ordine in assetto antisommossa.

 http://firmiamo.it/numeri-identificativi-per-la-polizia-in-antisommossa/

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http://cipiri.blogspot.it/2012/05/blockupy-francoforte-segui-la-diretta.html


http://cipiri.blogspot.it/2012/05/francoforte-e-la-polizia-fanno-di-tutto.html





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