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sabato 29 ottobre 2011

Michele Santoro comincia il 3 novembre l’avventura di “Servizio pubblico”




Michele Santoro comincia il 3 novembre l’avventura di “Servizio pubblico”.
Senza un editore, senza fissa dimora, girando fra i canali di Sky, le tv regionali e la rete.
Con quali mezzi, spirito, obiettivi?




CURZIO MALTESE INTERVISTA SANTORO

Michele Santoro comincia il 3 novembre l’avventura di “Servizio pubblico”. Senza un editore, senza fissa dimora, girando fra i canali di Sky, le tv regionali e la rete. Con quali mezzi, spirito, obiettivi?
«I sette milioni dei contratti con Sky e altre emittenti. I 900 mila euro incredibilmente raccolti con la sottoscrizione pubblica, una specie di piccolo canone aggiuntivo pagato per avere un altro servizio pubblico. La responsabilità di fare un programma del tutto nuovo, senza precedenti, e comunque bello e popolare, dal momento che saranno in molti col fucile puntato. Mi conforta avere intorno quasi tutta la mia redazione, che mi segue nell’avventura, anche rinunciando alla sicurezza del posto in Rai»

La conforta anche sapere che Giuliano Ferrara prenderà il suo posto il giovedì sera? E’ un concorrente che molti si augurano, visti i dati Auditel.
«E’ una scelta progressiva, diciamo. Almeno dovrà misurarsi col mercato, non potrà vivere di rendita come a Radio Londra»

Dove la rendita se l’è mangiata in fretta. Dopo aver preso il posto di Biagi e quello di Santoro, Ferrara cercherà di occupare anche quello di Luttazzi, per obbedire in pieno all’editto bulgaro?
«Gli manca sempre qualcosa. Per sostituire Biagi l’equilibrio, per sostituire me i numeri, per sostituire Luttazzi la libertà»

Che trasmissione sarà Servizio Pubblico? Quanto sono servite le esperienze di Raiperunanotte e Tutti in piedi per la Fiom?
«Molto per ragioni tecniche, che interessano soltanto agli specialisti, ma soprattutto per sondare i cambiamenti del paese. Il pubblico televisivo si è rimesso in moto, cambiano canale anche i pensionati, alla ricerca di qualcosa che non c’è o non c’è più su Rai e Mediaset. Vogliamo raccontare questo paese in movimento e magari intercettare i milioni di spettatori in fuga dalla falsa realtà del tg1, raccontare l’Italia che ha spiazzato i sondaggisti e rovesciato tanti luoghi comuni con le vittorie di Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli, il trionfo dei referendum »

Una trasmissione partito? Non ce ne sono abbastanza su piazza?
«Ma no, io non appartengo all’antipolitica. La seguo, m’interessa da giornalista un fenomeno come Grillo. Ma non sono questo, ho vissuto nei partiti, ci credo. Certo, continuo a chiedermi perché l’opposizione sia incapace di iniziativa perfino di fronte alla crisi conclamata del berlusconismo. Perché non sia capace, per rimanere alla tv, di capire la rivolta dei cittadini, di andare da Garimberti a porre la questione del Tg1 e di Radio Londra e quella della chiusura di Dandini e Annozero»

Ma insomma lei che pretende dal mio amico Garimberti, che faccia davvero il presidente di garanzia?
«Ebbene sì. Ma uno che accetta l’allontanamento mio e della Dandini, in quanto faziosi, da spazi tutto sommato marginali, che vivevano grazie al consenso del pubblico, e si rassegna a lasciare il Tg1 a Minzolini, che l’ha trasformato in una specie di Libero audiovisivo, a dispetto di ascolti disastro, che cavolo di garanzie offre?»

Nessuna. Il padrone ha bisogno di piazzare cani da guardia nei punti strategici e questo si fa. Ma funziona? La mia vecchia idea è che la seconda repubblica sia stata la trasposizione esatta del duopolio televisivo Rai- Mediaset, un bipolarismo truccato e monopolista. Ma le chiedo, regge ancora?
«No e per un motivo semplice. Per reggere la costruzione si sono giocati lo strumento, la televisione. Il duopolio si è immolato alla causa della politica e ora non regge più. Lo dico con sollievo da una parte, ma dall’altra con preoccupazione. Perché in questo paese la tv è stata uno dei pochi elementi di unificazione reale. Che cosa ci terrà insieme dopo?»

Tira un’aria da gioiosa macchina da guerra. Berlusconi è agli sgoccioli, in primavera vince di sicuro il centrosinistra, ci saranno fiori per i liberatori e grandi feste di piazza. Salvo che?
«Salvo che lo Stato fallisce. Salvo che questa classe dirigente del centrosinistra è la stessa che nel ‘96, dopo aver vinto le elezioni, ha riposto nel cassetto la legge sul conflitto d’interessi e la riforma televisiva, spianando la strada al consolidamento del berlusconismo, a questi dieci anni di disastri. La stessa che si è fatta trascinare, quasi suo malgrado, nelle vittorie di Milano, Napoli e dei referendum»

Questo che effetto può avere sulla televisione del dopo Berlusconi?
«Che il dopo Berlusconi non cominci mai davvero. Perché si tornerà a vecchie logiche di spartizione. Ecco, con l’energia che spero di raccogliere attraverso Servizio Pubblico noi ci opporremo con tutte le forze a questo. Bisogna che la Rai torni davvero tv pubblica, con uno statuto di fondazione che la sottragga dal potere dei partiti»

Buona fortuna. La lottizzazione è come il porcellum, tutti ammettono che è una porcata, ma conviene così. A cominciare dal partito azienda, Mediaset.
«Mediaset attraversa una crisi gravissima. La spinta creativa e per certi versi d’innovazione si è esaurita da tempo. I tentativi di espansione sono stati un fallimento. Mediaset vive sul mercato grazie alla protezione politica. S’è visto anche con la mia vicenda»

Intende il mancato passaggio di Annozero a La7, bloccato dalla politica?
«In pochi giorni sono saltati il mio passaggio e l’accordo pubblicitario fra Sky e La7, che avrebbe creato le basi di un autentico terzo polo. Dal giorno dopo su La7 c’erano già gli spot di Mediaset Premium, guarda caso»

Quando aveva deciso davvero di chiudere con la Rai?
«Il giorno della telefonata di Masi. Dover combattere sempre con l’azienda che avrebbe dovuto difenderci, è stata un’amarezza enorme».

Per lei, per gli spettatori è stata uno spasso, grande televisione. La figuraccia di Masi in diretta è stata più utile di mille articolesse sull’inadeguatezza della classe dirigente.
«Ma quello che sono stati capaci di fare con la Rai, per chi ci ha lavorato per tanti anni, è vergognoso. Hanno umiliato il servizio pubblico. Si rende conto che oggi sulla tv pubblica non si parla mai di mafia, neppure nelle fiction?»

Ci penserà Servizio Pubblico?
«Di sicuro, abbiamo qualche sorpresa in cantiere»

Non mancheranno le belle inchieste di Ruotolo, e naturalmente Travaglio
e Vauro?
«Sì, in doppia razione. Non avere la palla al piede dei politici in studio libera un bel po’ di spazio».

(La Repubblica)


Dopo aver visto la Merkel e Sarkozy che sghignazzavano stiamo ancora a parlare di sputtanamenti? Mi sembra che siamo abbastanza sputtanati a livello mondiale".L'ELENCO DELLE TV - 'Comizi d'amore' sarà quindi trasmesso in Piemonte e Valle d'Aosta da Telecupole e Videogruppo; in Liguria da Primocanale; in Lombardia da Telelombardia; in Veneto da Telenuovo e Antenna 3 NordEst; in Trentino Alto Adige da RTTR; in Friuli V.G.da Free; in Emilia Romagna da Telesanterno, Telereggio, Trc Telemodena, Nuova rete San Marino, DI.TV; in Toscana da Rtv 38; in Umbria da Umbria Tv; nelle Marche da Tv Centro Marche; in Lazio da T9 Tv e Teleroma 56; in Abruzzo da Rete 8; in Puglia, Molise e Basilicata da Telenorba; in Campania da Telecapri; in Calabria da Videocalabria; in Sicilia da Antenna Sicilia; in Sardegna da TCS Telecostasmeralda.
http://www.serviziopubblico.it/index.html

http://cipiri.blogspot.com/2011/10/blog-di-cipiri-comizi-damore-di-michele.html
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