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mercoledì 6 aprile 2011

Nigeria - Un nuovo assalto agli impianti dell'Eni


Nigeria: Un nuovo assalto agli impianti dell'Eni, ma chi ha cominciato?

La prima conferma dell’attacco arriva in serata da una fonte delle Forze di Sicurezza, che precisa che non ci sono vittime.
 L’esercito, nonostante i molti testimoni delle esplosioni, per tutta la giornata aveva negato l’accaduto. In serata, un portavoce militare ha dichiarato che dietro le esplosioni, avvenute nella stazione di pompaggio dell’Agip-Eni di Clough Creek nello Stato di Bayelsa, ci sono “motivazioni politiche”. “C’è stata un’esplosione nella flowstation dell’AGIP di Clough Creek la notte scorsa”, ha detto alla Reuters Timothy Antigha, portavoce della Joint Tak Force (JTF) responsabile della sicurezza nella vasta regione ricca di petrolio. “Finora sembra che alcuni ragazzi della comunità locale potrebbero essere statio i responsabili dell’esplosione ma stiamo ancora indagando”, ha aggiunto Antigha. La versione fornita dalla JTF viene però contraddetta da diverse agenzie di stampa e dalla stessa ENI secondo cui, la stazione di pompaggio dell’Agip a Clough Creek, nel delta del Niger è stata assaltata da un commando di uomini armati.
Il comunicato diffuso dal Mend rivendica l’attentato alla Flow-Station del ENI- Agip in contrasto con le smentite del portavoce della JTF dello stato di Bayelsa . “Il Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger (Mend) conferma che l’attacco alla stazione petrolifera Agip di Clough Creek,” nelle tarde ore di Martedì 15 Marzo 2011 “è stata effettuata dai nostri combattenti. Questo nostro attacco segna l’inizio della campagna che avevamo promesso contro l’industria petrolifera. Questo attacco e attacchi simili agli oleodotti e alle stazioni di pompaggio che si avranno entro i prossimi giorni è un promemoria per il governo nigeriano e l’ opinione pubblica di non sottovalutare le nostre minacce. Ancora una volta, ribadiamo la nostra volontà di evitare vittime civili e di nuovo fortemente avvertiamo il pubblico di stare alla larga da ogni tipo di evento politico o riunioni di qualsiasi tipo perchè il peggio deve ancora venire. La lotta per la liberazione del Delta del Niger è solo all’inizio. La vostra multinazionale arma il governo nigeriano fornendo elicotteri da guerra all’esercito. Gli stessi elicotteri che poi volano e sparano sopra le nostre teste. Sono tutti una mandria di banditi…. Nelle zone petrolifere c’è un livello di inquinamento spaventoso e la gente vive nella povertà più assoluta. Il governo nigeriano è sordo, composto com’è da ladri e gangster. Jomo Gbomo”
Nei nostri media fanno notizia soltanto i rapimenti di persone che lavorano nella struttura petrolifera, mentre le centinaia di vite spezzate dal petrolio nell’acqua, nel cibo, sulla pelle non generano alcun interesse. Darne notizia farebbe emergere qualche dubbio sull’operato delle Corporation che si appropriano delle risorse dell’Africa. I media (quelle poche volte che danno notizie sull’Africa) parlano genericamente di “corruzione” dei governi africani, ma non approfondiscono mai il discorso.  Se esistono corrotti devono per forza esistere anche i corruttori e le vittime. Nessun telegiornale dice che i corruttori sono le Corporation, e che le vittime sono le popolazioni, costrette a vivere in condizioni di miseria e di degrado a causa della corruzione. La Nigeria è il primo produttore di petrolio in Africa, e il sesto esportatore nel mondo, ma la maggior parte della popolazione vive in condizioni di estrema miseria. Oltre il 30% degli abitanti è analfabeta e la disoccupazione tocca livelli del  70%.
La giornalista Anna Pozzi si è interessata alla situazione dell’Agip in Nigeria e il 30 marzo del 2006 ha tenuto una conferenza all’Università Bicocca di Milano, dal titolo “Nigeria Petrolio e corruzione”. La Pozzi sostiene che “l’Agip ha mentito quando il 20 marzo denunciò un sabotaggio. In realtà, come avrebbe chiarito il presidente dell’IYC (Ijaw Youth Council), Oyeinfie Jonjon, non si trattava affatto di sabotaggio o di un attentato, ma di un cedimento del vecchio oleodotto subacqueo dovuto alla mancanza di manutenzione.” Il fatto causò la perdita di petrolio che contribuì a devastare le già malridotte condizioni ambientali di tutto il delta. “L’Eni cerca di incolpare i nigeriani persino dei problemi dovuti alla propria negligenza. Gli oleodotti stanno producendo un immenso inquinamento e le autorità dell’Eni vorrebbero scaricare la responsabilità su altri.”
Per mesi siamo stati martellati con notizie, immagini e video riguardanti l’immane disastro ambientale avvenuto a largo delle coste del Messico. Disastro dovuto al guasto di un pozzo per l’estrazione del petrolio delle British Petroleum, e che ha messo in serio pericolo le coste statunitensi.
Se l’importanza di questa notizia fosse davvero l’aspetto ambientale, allora, non si capisce perché su altri fronti, in altri luoghi del Pianeta, disastri delle stesso tipo e della stessa entità vengono perennemente taciuti.
In Nigeria a causa di recenti disastri, si è dispersa nell’ambiente la stessa quantità di petrolio dispersa al largo delle coste messicane, ma tutti tacciono. Una notizia che sembra incredibile.
Il 1 marzo 2010, ad esempio, la rottura di un oleodotto della Exxon Mobil a Ibeno, nel territorio nigeriano di Akwa Ibom, ha provocato una fuoriuscita di 4 milioni di litri di petrolio prima che la falla fosse riparata dopo 7 giorni. E poi, ancora, il vicino oleodotto Trans Niger, proprietà della multinazionale Shell, è stato attaccato dai guerriglieri del Mend.
Qualche giorno dopo, una grande chiazza di greggio è apparsa sulle acque del lago Adibawa, nello stato di Bayelsa, e un’altra nell’Ogoniland. La Shell nel 2010 ha ammesso di aver perso 14 mila tonnellate di petrolio nel 2009, in seguito a due “incidenti”. Il primo a causa di ladri e il secondo a causa di guerriglieri. Forse è solo un modo per nascondere altre motivazioni, tipo il deterioramento delle infrastrutture?



Fonti: Parrocchie Agoravox

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