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lunedì 24 maggio 2010

LA LEGGE SUL DIVIETO DI INTERCETTAZIONI

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Contro la legge bavaglio - Milena Gabanelli




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LA LEGGE SUL DIVIETO DI INTERCETTAZIONI È OMERTÀ DI STATO!

Manette, ostacoli e bavagli a chi vorrebbe indagare o informare sulle illegalità dei potenti, crimine e malaffare. Il modello è il piano di Rinascita della P2, che prevedeva Pubblici Ministeri e informazione sotto il controllo del Governo.

In democrazia la luce del sole è il miglior disinfettante

Il provvedimento sulle intercettazioni telefoniche è ormai al capolinea. La tutela della privacy è divenuta il pretesto per Mastro Birbante e i suoi arroganti balilla per aggredire l’insopportabile libertà di informazione e l’odiata magistratura. Se la Wanna Marchi della politica e i peli superflui del suo governo avessero voluto realmente tutelare la privacy sarebbe bastato prevedere che, d’intesa tra giudice e avvocati delle parti, si distruggessero i contenuti delle intercettazioni relativi a persone estranee alle indagini o comunque irrilevanti e si conservassero in un archivio riservato le informazioni di cui era ancora dubbia la rilevanza.

LE NORME ABNORMI:

- SILENZIO STAMPA PRIMA DELL’UDIENZA PRELIMINARE: multe stratosferiche per gli editori anche di memorialistica storica e civile, e carcere fino a due mesi o ammenda da quattro a ventimila euro e sospensione dall’esercizio della professione per il cronista che pubblica integralmente o riassume atti d'indagine o intercettazioni prima dell'udienza preliminare, e dunque dopo molti mesi o anni dal momento in cui l’indagine è aperta (la strage di Ustica del 1970 approdò alla sua fase pubblica nel 2000!).
È un'inaccettabile limitazione al diritto/dovere di informazione e di cronaca garantito dall'articolo 21 della Costituzione, contraria all’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Si vuole impedire ai cittadini di disporre di informazioni che consentano loro di divenire opinione pubblica consapevole e reattiva, trasformandoli in opinione pubblica impotente e ignara dei fatti, perché il potere non vuole rendere conto all’opinione pubblica di ciò che fa.

- EMENDAMENTO "D'ADDARIO" voluto dal massone puttaniere, proibisce le registrazioni e le riprese effettuate senza il consenso dell'interessato punendo con carcere da 6 mesi a 4 anni i trasgressori, con l'eccezione – grazie ad un emendamento dell'opposizione - dei professionisti dell'informazione.

- INTERCETTAZIONI LIMITATE NEL TEMPO E SOLO CON GRAVI INDIZI DI REATO: nonostante in Italia non ci siano milioni di cittadini spiati, ma solo 10-20 mila intercettati, lo 0,2% della popolazione, si limiteranno drasticamente le intercettazioni per i reati comuni, e ad autorizzare il Pubblico Ministero dovrà essere addirittura il Tribunale, creando insuperabili problemi organizzativi. Per avere il suo ok, come ha ribadito il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingoia, ci vorrà la stessa prova che ci vuole per condannare un imputato, in quanto nella legge si cita l’articolo 192 del codice di procedura penale che serve per valutare la colpevolezza a carico dell’imputato, ed equivale a dire che non saranno sufficienti i “gravi indizi di reato”, ma ci vorranno quelli “di colpevolezza”. Un termine di durata massima delle intercettazioni di 75 giorni, poi, e' assolutamente irragionevole e rischia di rendere del tutto inutilizzabile lo strumento per combattere omicidi, pedofilia, stupri ecc. L'attività criminosa non rispetta gli stretti margini temporali fissati dalla legge per lo svolgimento delle intercettazioni! La possibilità di proroga di soli ulteriori 15 giorni che si vorrebbe introdurre non modifica in alcun modo l'irrazionalità della limitazione temporale prevista. Falso pure che l’Italia spenda troppo per intercettare: A Milano sono stati spesi 8 ml di euro per le indagini sui “Furbetti del quartierino”, Ricucci, Fazioe ecc. Ma grazie a quegli 8 ml di euro la Procura ha già recuperato grazie ai patteggiamenti 380 ml di euro. Una cifra che basta da sola a coprire per 2 anni le spese totali per le intercettazioni telefoniche. Oppure basterebbe fare come Germania e Francia che obbligano le compagnie telefoniche a fornire il servizio gratis, facendo rientrare il tutto in una sorta di ulteriore prezzo (o condizione) per il rilascio della concessione.


- PUNITI I MAGISTRATI CHE DICHIARANO IN MERITO AL PROCESSO: Così ogni mafioso o estorsore potrà liberarsi del Pubblico Ministero scomodo denunciando il PM perché ha violato il segreto; magari non è vero ma il fatto stesso che venga indagato sulla base della denuncia farà sì che il Procuratore debba togliergli l'inchiesta.

- DIVIETO DI DISPORRE NUOVI ASCOLTI SULLA BASE DEI CONTENUTI DI INTERCETTAZIONI LECITAMENTE ACQUISITE: se nel corso di una conversazione intercettata in un'indagine per traffico di stupefacenti l'interlocutore riferisce dell'imminente programmazione di un omicidio, sarebbe così impossibile disporre nuove intercettazioni per impedire l'omicidio e individuarne i responsabili. E se bisogna intercettare un telefono pubblico di un bar perché si sa che è attraverso quel telefono che gli spacciatori di droga si scambiano i luoghi dove consegnare l'eroina o i soldi, non si potrà più fare.

- DIVIETO D’INTERCETTAZIONE PER LA CASTA: Se si intercetta un criminale che parla con un parlamentare (la qual cosa accade con grande frequenza), quell'intercettazione non è valida e il Pubblico Ministero deve bloccare tutto e chiedere l’autorizzazione del Parlamento a proseguire. E si verificherebbe il caso in cui un parlamentare in aula si trova a votare se può essere intercettato o meno.

I parlamentari poi, potrebbero diventere portatori di pizzini, e la criminalità organizzata, quella dei colletti bianchi potrà individuare una persona di riferimento e farsela eleggere in Parlamento.

- INTERCETTAZIONI AMBIENTALI: La limitazione delle intercettazioni ambientali ai luoghi nei quali "vi è fondato motivo di ritenere che si stia svolgendo l'attività criminosa", siccome la certezza non c’è mai, cancellerà di fatto le intercettazioni ambientali.

Questo provvedimento è il primo passo concreto verso l’annunciata “Riforma Costituzionale”. Magistratura e informazione, come in ogni regime che si rispetti, verranno poste sotto il controllo del Governo e addomesticate, perché questo possa essere libero di agire indisturbato. Il bavaglio all’informazione in particolare, ricorda da vicino la legge sulla stampa voluta da Mussolini dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti.

Non si era mai arrivati ad un imbarbarimento simile!

Se oggi il futuro non è più come quello di una volta, lo si deve anche ai 60 miliardi di euro, quantificati dalla Corte dei Conti, che cittadini devono sborsare ogni anno per coprire il costo della corruzione. Ma invece di contrastare il crimine e il malaffare, Marcio Man e la sua masnada fascista pensano ad eliminare lo strumento che ha permesso di individuarlo: le intercettazioni.

OCCORRE DUNQUE UNO SCATTO DI ORGOGLIO CIVICO DA PARTE DI TUTTI, UN PIANO DI AZIONI POLITICHE, LEGALI E CIVILI CAPACI DI CONTRASTARE LA NORMA E DI DISATTIVARLA, SINO ALLA CONVOCAZIONE DI UNA GRANDE INIZIATIVA NAZIONALE.
I PARLAMENTARI DELL'OPPOSIZIONE DOVRANNO IMPEGNARSI A LEGGERE IN AULA LE NOTIZIE CHE I GIORNALISTI NON POTRANNO PIÙ DARE COSÌ CHE TUTTI POTRANNO SAPERE COSA SUCCEDE.

LIBERIAMOCI DAL FLAGELLO DEL BERLUSCONISMO !

LA LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI SI DEVE RITIRARE !

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