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lunedì 22 marzo 2010

Il popolo blu a Roma per l'acqua pubblica

Il popolo blu a Roma. In duecentomila per l'acqua pubblica

Sono in duecentomila i partecipanti alla manifestazione azzurra per l’acqua pubblica, partita da Piazza della Repubblica e diretta a Piazza Navona, secondo gli organizzatori. Il corteo è aperto dallo striscione «ripubblicizzare l’acqua, difendere i beni comuni» e porta la sigla del Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Numerosi i gonfaloni dei comuni di città di tutta Italia. Sono molte le bandiere di partiti, da Sinistra ecologia e libertà, al Prc e ai verdi, dei sindacati [di base e confederali]. Sono tante anche le fasce tricolore: i sindaci hanno partecipato numerosi. «Gli enti locali, sia amministrati dal centrodestra che dal centrosinistra, sono al nostro fianco – spiega infatti il segretario del Forum movimenti per l’acqua, Paolo Carsetti – perché hanno capito che vengono espropriati anche loro di una importante competenza sancita dalla Costituzione».
Il corteo si oppone al decreto Ronchi approvato lo scorso novembre. Un decreto che privatizza definitivamente la gestione del servizio idrico stabilendo che la quota in capo al pubblico debba scendere progressivamente nei prossimi cinque anni. E’ proprio questo il punto, secondo i manifestanti, che va modificato perché apre alla mercificazione dell’acqua.
Sul camion in testa al corteo c’è uno striscione blu che recita: «L’acqua è un bene comune. Fuori l’acqua dal mercato! Fuori i profitti dall’acqua!». In coda al tir un enorme pallone blu da cui spunta un rubinetto che lascia ciondolare una goccia blu fatta da un palloncino.
Tanti gli slogan che i manifestanti portano addosso attraverso piccoli cartelloni appesi al collo con una goccia d’acqua parlante: «Liberami dalle multinazionali», «Acqua generosa gratuita, oggi ed ora ristoraci ancora», «Ce la vogliono dare a bere», «Sono un portatore d’acqua», «L’acqua è vita non è merce», «Acqua e terra beni comuni. Ribellarsi è giusto», «Chi controlla l’acqua controlla la vita», «Acqua pubblica senza se e senza Spa».
Dietro lo striscione di testa, che sta per giungere a Piazza Navona meta finale del corteo, c’e’ anche padre Alex Zanotelli che ha detto «Se nei prossimi mesi riusciremo a raccogliere le firme necessarie per far svolgere i tre referendum contro la privatizzazione dell’acqua e poi riusciremo anche a vincerli, sarà il primo colpo che verrà dato alla privatizzazione, che per ora sembra purtroppo vincere in tutto il mondo. A farne le spese sono come sempre i poveri e i deboli e se le cose continueranno cosi’ credo che ci saranno anche 100milioni di morti per mancanza d’acqua nel Sud del mondo».
«Una manifestazione con una presenza forte della societa’ civile e per ribadire l’importanza di governare i beni comuni». Cosi’ Roberto Musacchio della segreteria di Sinistra Ecologia e Liberta’, spiega la presenza del partito alla manifestazione di Roma per la privatizzazione dell’acqua.
Sul fatto che il Pd non ha aderito alla manifestazione ha detto: «Non vi e’ dubbio che il Pd ha abbracciato una cultura della privatizzazione avendone una sorta di ubriacatura. Ma anche questo, mi pare, sta cambiando ed un po’ d’acqua fara’ certamente bene». Proprio sull’acqua pubblica ha poi detto che si potrà trovare un «largo consenso trasversale negli schieramenti anche sul territorio. La privatizzazione selvaggia dell’acqua, d’altronde è addirittura in controtendenza rispetto alle politiche europee».
Il portavoce della federazione della Sinistra Paolo Ferrero ha detto che il prossimo obiettivo «sono i tre referendum contro il decreto Ronchi, affinché l’acqua torni pubblica». La raccolta di firme dovrebbe partire il 15 aprile, dopo le elezioni regionali.
«A Roma c’è chi manifesta per la sua impunità e chi vuole diritti uguali per tutti. Se ne renda conto anche il ministro Ronchi». Sottolinea invece Gennaro Migliore della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. «L’acqua pubblica è un diritto umano fondamentale, è trasparente ed è di tutti – ha aggiunto Migliore -. La Sinistra è qui per questo».
«La gestione dell’acqua deve restare fuori dal mercato: questo e’ il profondo convincimento che oggi ha spinto queste persone a riunirsi a Roma in un solo grido che il governo non puo’ ignorare». Lo dichiara in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.
«Le migliaia di persone che stanno manifestando per la difesa dell’acqua pubblica sono la dimostrazione migliore dell’assurditaà della decisione del governo di correre verso la svendita di un bene che appartiene alla nostra comunità e che, di fatto, sta per essere consegnato nelle mani delle multinazionali e dei privati. – continua Zingaretti – Una decisione preoccupante perché sembra celare una strategia per diminuire il valore di beni comuni la cui proprietà pubblica e’ da sempre un diritto inalienabile».
«Invece di intraprendere strade cosi’ pericolose, sarebbe molto piu’ opportuno e saggio cercare di migliorare l’intero sistema del ciclo dell’acqua, rendendo più efficiente l’attività industriale svolta a servizio dei cittadini come stiamo facendo nel nostro territorio con un impegno di oltre 420 milioni di euro per l’Ato2 – continua Zingaretti – Sono convinto, infine, che questo debba valere anche per l’Acea, una delle più grandi aziende italiane e della Capitale, che deve restare di tutti i romani- conclude – il suo futuro non può essere frutto di scelte affrettate, ma di una attenta e ponderata decisione che non tolga alla comunità diritti che ha fin qui vantato».
«La manifestazione in difesa dell’acqua pubblica di oggi e’ stata un grande successo, con una straordinaria partecipazione dei cittadini. E’ evidente che nel Paese c’e’ un forte malcontento nei confronti del Governo e delle sue scelte. Da ultima quella di privatizzare la gestione del servizio idrico, un bene inalienabile e sul quale non sono ammesse speculazioni". Lo ha dichiarato l’ assessore al Bilancio della Regione Lazio [Sinistra Ecologia Libertà] Luigi Nieri , che oggi ha preso parte alla manifestazione per l’acqua pubblica.
«In piazza c’erano anche tante persone preoccupate della decisione del Sindaco Alemanno di cedere ai privati l’Acea – ha sottolineato Nieri – Nel Lazio gia’ altre esperienze di questo tipo hanno dimostrato l’esito fallimentare della gestione affidata ai privati, con tariffe aumentate e disservizi»
«Penso che quella in difesa dell’acqua pubblica sia una grande battaglia di civilta’ – ha concluso – Anche nel Lazio si dovra’ fare tutto il possibile, nella prossima legislatura, per arginare questa pericolosa e selvaggia privatizzazione che rischia di sottrarre alla cittadinanza uno dei suoi beni piu’ preziosi».

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