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venerdì 13 novembre 2009

Libertà e Giustizia scende in piazza

LINK:
http://www.libertaegiustizia.it/primopiano/pp_leggi_articolo.php?id=3050&id_titoli_primo_piano=6

Giustizia, torniamo in piazza
per informare


Libertà e Giustizia scende in piazza per dare ai cittadini un'informazione corretta e completa sull'ennesima legge ad personam che il Parlamento si appresta a varare sul cosiddetto processo breve. La formula è quella già sperimentata dei Cantoni animati, con distribuzione e lettura di volantini che spiegano i temi della giustizia, dell'immunità parlamentare. L'intento è quello di chiarire come al di là degli slogan pubblicitari si celino in realtà gravi vulnus al sistema della giustizia uguale per tutti e la volontà di dare un colpo decisivo all'autonomia della magistratura.
Le piazze di LeG si stanno mobilitando, in attesa dei permessi; l'obiettivo è quello di fare di sabato 28 novembre una giornata di mobilitazione sulla giustizia.
A Roma, l'appuntamento è per sabato 28, dalle 15 e 30 alle 19 e 30, in largo Argentina (lato Feltrinelli). Nel frattempo, i soci e gli amici di LeG parteciperanno a tutte le manifestazioni organizzate via via anche da altre associazioni davanti ai tribunali e nelle piazze italiane.


Processo breve, svelato il Ddl
Prescrizione dopo due anni


Anm: effetti devastanti // I 5 No di LeG // La maggioranza presenta al Senato l’atteso disegno di legge sul "processo breve". Il provvedimento, "Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell’articolo 111 della Costituzione e dell’articolo 6 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo", reca tra le altre le firme dei capigruppo e del vicecapogruppo del Pdl Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello e del presidente dei senatori leghisti Federico Bricolo. Prevede, tra l'altro, la prescrizione dei processi in corso in primo grado per i reati "inferiori nel massimo ai dieci anni di reclusione" se sono trascorsi più di due anni a partire dalla richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero senza che sia stata emessa la sentenza. Il provvedimento entra in vigore il giorno dopo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

L’iniziativa, spiega Gasparri, rientra nel "decalogo sulla giustizia" che il centrodestra sta portando avanti nel corso della legislatura, che comprende fra le altre cose «nuove norme antimafia, riforma del processo civile, riforma della professione forense, intercettazioni e riforma costituzionale della giustizia».

L'articolo 2 del ddl prevede l'estinzione del processo penale per violazione dei termini di ragionevole durata fissati in due anni per il primo grado, due anni per l'appello e due anni per la Cassazione. L'estinzione dei processi con pene inferiori nel massimo a 10 anni (ma con una serie di 'paletti' ed i esclusioni) varrà in linea generale per il futuro, mentre entrerà subito in vigore per quelli in corso limitatamente al primo grado. La 'tagliola' della prescrizione, così formulata, scatterà dunque anche per i processi Mills e Mediaset in cui è imputato il premier Silvio Berlusconi. Il processo 'breve' vale però solo per gli incensurati, quindi sono esclusi chi è stato già precedentemente condannato, "anche se è intervenuta la riabilitazione", e chi è stato dichiarato "delinquente o contravventore abituale o professionale". Le nuove norme, inoltre, non si applicano ai reati di terrorismo, mafia o di grave allarme sociale (reati previsti dagli articoli 51, commi 3 bis e 3 quater, e 407, comma 2 lettera a del codice di procedura penale). Ma l'elenco delle esclusioni non finisce qui e si allunga anche ai processi relativi a delitti "consumati o tentati" di incendio, pedopornografia, sequestro di persona, atti persecutori, furto (quando ricorrano le circostanze aggravanti), furto in appartamento o scippo, delitti commessi violando le norme sulla prevenzione degli infortuni, igiene sul lavoro, circolazione stradale, immigrazione clandestina, traffico illecito di rifiuti. L'imputato può anche non avvalersi dell'estinzione del processo penale, ma in caso ciò avvenga la parte civile che si era costituita trasferirà la propria azione in sede civile con precedenza di trattazione del procedimento.

Furente la reazione di Anna Finocchiaro, capogruppo dei senatori Pd: dopo le interviste di rito con i giornalisti, ha letteralmente sbattuto il testo del disegno di legge contro il muro della sala stampa. «Il ddl non si applicherà per il furto aggravato - ha detto - così per il rom che ruba il processo rimarrà, mentre processi come Eternit, Thyssen, Cirio e Parmalat andranno al macero».
Critico anche Bersani, secondo il quale la legge sul processo breve, che dovrà fare da «scudo» a Berlusconi, «rischia» di essere incostituzionale. Se la maggioranza tenterà una forzatura in Parlamento sarà inevitabile uno «scontro».
Mentre Antonio Di Pietro annuncia che l'Italia dei valori è pronta a chiedere il referendum contro la legge sul processo breve targata Pdl. "Il 5 dicembre con la manifestazione a piazza Navona annunceremo l'impegno a raccogliere le firme per un referendum contro una legge incostituzionale, immorale e contro gli interessi degli italiani. - dice Di Pietro - La legge proposta dice che dopo 2 anni il processo non si deve fare più. Per questo migliaia di processi, tra cui quelli sui maggiori scandali italiani da Parmalat ai bond argentini, andranno tutti estinti: è la più grande amnistia mascherata della storia".


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