Le Carte Parlanti

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Mundimago

mercoledì 16 settembre 2009

Una bella giornata ad Onna

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DI Filippo Tronca
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La cosegna delle case di legno finanziate dalla Provincia autonoma di Trento, a Onna, è stata la prova di quello che si poteva fare e non è stato fatto nel cratere devastato dal terremoto del 6 aprile. Lo show mediatico non nasconde la realtà.

Ieri è stata una bella giornata per l’Abruzzo terremotato. Ha avuto infatti inizio la consegna delle prime case agli sfollati della tendopoli di Onna, il paese del cratere dove sono morte 41 persone, vittime del sisma, o meglio del crollo di abitazioni costruite ad inizio novecento con pietre fluviali troppo friabili per una zona ad altissimo rischio sismico. Di questo rischio enorme nessun governo si è mai interessato, e non sono stati negli ultimi anni stanziati fondi adeguati per la messa in sicurezza oltre che delle case di Onna e dalle altre centinaia di migliaia di abitazioni nelle aree sismiche italiane, molte delle quali, sic stantibus, crolleranno prima poi con la gente dentro in occasione del prossimo inevitabile terremoto..
Il villaggio di belle e soprattutto sicure casette di legno rappresenta un’ottima soluzione abitativa transitoria e il merito va a chi è prontamente è intervenuto in soccorso dei terremotati con efficienza e generosità. Ci riferiamo ovviamente alla Provincia autonoma di Trento, che ha realizzato l’intervento con 5 milioni di euro di donazioni dei cittadini italiani raccolti dalla Croce rossa.
Questo villaggio è anche un motivo di particolare orgoglio per gli onnesi. Nel decreto firmato dal presidente del consiglio che individuava le zone dove realizzare le case in legno in attesa della ricostruzione, Onna non c’era, e ci è voluta una composta e dignitosa incazzatura degli onnesi per imporre al governo un goffo ravvedimento.
Ieri ad Onna e’ stato inaugurata anche una bellissima scuola materna realizzata in base a un progetto di Giulia, una ragazza morta il sei aprile sotto le macerie, anche lei perché rassicurata dagli esperti governativi sulla non pericolosità di quattro mesi di scosse.
In un paese dove spadroneggiano gerontocrati, palazzinari, pregiudicati, faccendieri, puttanieri e raccomandati è bello vedere una buona idea di una giovane ragazza diventare realtà, anche se lei non c’è più.
C’è poi un’altra persona da ringraziare. E’ ovviamente il signor Angelo Pica Alfieri , che ha messo a disposizione le aree su cui sorge il villaggio in maniera del tutto gratuita. Una mosca bianca in un cratere sismico dove le cordate di imprenditori filo-governativi stanno facendo soldi a palate, e senza fare un euro di sconto.
Ad Onna ieri c’erano persone che hanno sinceramente a cuore la ricostruzione della loro città e dei loro paesi, gente che vuole i fatti e non le chiacchiere. Sono ovviamente gli sfollati incazzati di Castelnuovo, borgo medioevale totalmente distrutto, dove ancora non tolgono neanche le macerie e dove ancora non partono i lavori per costruire anche lì casette di legno. E c’erano pure gli sfollati di Tempera , altro paese distrutto, dove il villaggio di case di legno non lo faranno, e smantellata la tendopoli, la maggior parte degli abitanti sarà trasferita in alberghi lontani anche ottanta chilometri. Stesso destino di altre migliaia di terremotati, perché arrivato l’autunno il Governo ha scoperto che le case vere e in città sono pochissime. C’erano madri che dovranno quasi sicuramente tornare a vivere nelle loro case che fino ad una settimana fa erano classificate B e C, ovvero lesionate dal sisma ed inagibili. Opportunamente fino ad una settimana fa era proibito anche solo entrarci. Ora dopo un’ordinanza sono diventate per magia semi-agibili, cioè, verrebbe dà dire, case dove si può ora semi-viverci e rischiare di semi-creparci dentro, nel caso si verifichi un altra forte scossa. C’erano poi cittadini che ricordavano con striscioni e slogan che a L’Aquila gli appartamenti del piano C.a.s.e, voluti dal capo della Protezione civile Guido Bertolaso, basteranno per un quarto degli sfollati, e ciascun appartamento costerà quattro volte una bella casetta di legno, e tutta questa gigantesca speculazione edilizia alla fine servirà per dare un tetto in palazzine di periferia a neanche un quarto degli sfollati.

P.S.
Dimenticavamo…ad Onna ieri c’era anche, in veste di utilizzatore finale dei terremotati, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Ha consegnato chiavi, tagliato nastri, aperto porte, stretto mani e abbracciato terremotati. Ha schivato un tozzo di pane secco che gli ha scagliato contro una terremotata. E stato seguito come un ombra da un troupe personale composta da un operatore e dal giornalista Bruno Vespa. Lo stesso presidente è poi salito in macchina portandosi il giornalista di cui sopra, il sindaco della città e un paio di altri terremotati, per utilizzarli come scenografia durante il monologo televisivo in programma per la serata sulla televisione pubblica. La cronaca della bella giornata finisce qui. Anche in una tendopoli ci sono cose molto più piacevoli e intelligenti da fare che vedere Porta Porta.

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