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sabato 18 luglio 2009

Condannati i killer di Abba

Condannati i killer di Abba. La famiglia: «giustizia a metà»

Lucia Alessi

Condannati a 15 anni e quattro mesi i due baristi, padre e figlio, che il 14 settembre scorso uccisero Abdoul Guiebre, detto Abba, il ragazzo originario del Burkina Faso, per aver rubato un pacco di biscotti . Ma non viene riconosciuta l'aggravante razzista

Sono stati condannati a 15 anni e quattro mesi Fausto e Daniele Cristofoli, 51 e 31 anni, padre e figlio e titolari del bar Shining di via Zuretti a Milano. Una condanna lampo grazie al rito abbreviato, che dà diritto allo sconto di un terzo della pena – che per questo reato va dai 21 ai 24 anni – che dopo soli dieci mesi incastra i due responsabili dell’omicidio di Abdoul Guiebre, «Abba» per gli amici, il 19enne italiano originario del Burkina Faso ucciso lo scorso 14 settembre a sprangate al grido di «sporco negro». Il gup Nicola Clivio ha accolto le richieste del pm Roberta Brera, che però non ha mai contestato l´aggravante dell´odio razziale, nonostante le frasi razziste siano state confermate dagli imputati stessi, considerando invece decisivi, come causa scatenante dell´aggressione, i futili motivi, ovvero il furto dei biscotti. E questa è stata la linea tenuta fino a ieri, quando il pm ha chiesto per i due una pena di 16 anni e otto mesi, senza distinguere tra il comportamento del figlio [esecutore materiale dell´omicidio] e la condotta del padre [che sarebbe stato il promotore della spedizione punitiva e avrebbe incoraggiato il figlio mentre si stava accanendo su Abdoul]. Il gup ha concesso ai due baristi soltanto le attenuanti generiche e un piccolo sconto, oltre a quello previsto dal rito abbreviato, per il buon atteggiamento processuale e l’offerta di risarcimento economico di 100mila euro alla famiglia di Abdoul, arrivando a vendere il loro appartamento. L´offerta è stata respinta dalla famiglia che ieri, in compenso, si è vista riconoscere una provvisionale di 275mila euro. Ma i soldi non placano la rabbia degli amici e dei familiari di Abdoul. «Mio fratello è stato ucciso per razzismo – ha detto una sorella – meritavano l´ergastolo».
«È stata fatta giustizia, ma solo in parte, perché la pena poteva e doveva essere più alta – ha detto Hassane Guibre, padre del giovane ucciso -. Dei soldi non mi importa, non penso al risarcimento che non mi restituisce mio figlio, ma al mio dolore». Non dà però colpe ai giudici: «Loro hanno fatto più di quel che potevano. È la legge italiana che è sbagliata: dopo quello che hanno fatto a mio figlio, con tutti i precedenti che avevano [il padre per violenza sessuale, il figlio per rapina impropria, ndr], non se la possono cavare così».

E c´è chi già pensa a una manifestazione di protesta subito dopo l’estate, quando cadrà anche il primo anniversario della morte di Abba. «Stiamo valutando insieme alla famiglia – dice Rossella, una degli amici di Abba che un anno fa hanno dato vita a un blog per ricordare il loro amico [http://abbavive.blogspot.com] -. Anche loro hanno voglia di continuare a manifestare, per Abba e per un tema come quello del razzismo che a Milano, purtroppo, è una partita ancora aperta».
Ciò che più scotta negli animi di parenti e amici è il non riconoscimento dell’aggravante per razzismo: «sappiamo tutti che se si fosse trattato di ragazzi ‘bianchi’ non sarebbe mai successa una cosa del genere – continua un altro amico – Il problema è un sostrato culturale, un razzismo istituzionale che legittima atti di violenza del genere, il dato è innanzitutto questo. Da parte nostra continueremo a stare accanto alla famiglia e dare voce al problema».
E il pensiero, per tutti, corre a quel terribile 14 settembre, quando Abba e altri tre amici, reduci da una serata in giro per Milano, si affacciano allo Shining e andando via rubano un pacco di Ringo. I proprietari se ne accorgono e inizia l’inseguimento con il chiosco mobile, finchè non li raggiungono, e dopo il primo colpo inferto dal padre Fausto con una mazza di legno, Abba perde l´equilibrio e cade per terra. Daniele allora, il figlio, pensa bene di prendere l’asta uncinata che usavano per abbassare la saracinesca del bar, colpendo Abba, già a terra, alla testa per ben tre volte, assestando anche il colpo fatale alla tempia, che ha ucciso il ragazzo nel giro di poche ore.

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